Urbe — Angélica Santa Olaya

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(Immagine: ciaraan)


Trema, cammina e si dimena. Raccoglie allo stesso modo fiori e sputacchi che le lanciano al passaggio i transumanti. Questi che al calare della luna si mettono sotto la sua gonna di cemento e nascondono il ghigno nervoso delle angosce. Al riparo dall'oscurità mordono i lustrini dell'abito nero e ricordano l'odore acre del petto che una volta li allattò. Dormono i fanali e lei si tira via da sopra i figli che fuoriescono, brulicano e le cacciano in faccia le affilate unghie e le gambe all'aria. Pericolosa, prostituta e disposta a tutto, lei sorride in un rosso scarlatto e si prepara ad avvolgerli nelle sue braccia di carnivoro e odoroso caprifoglio. Lei sa che luce e ombra vengono sempre per mano.


Angélica Santa Olaya (Messico), Urbe

(Tradotto da El callejón de la carne)

1 commento:

  1. Gracias querido Stefano por esta linda sorpresa. Disculpa que no te hubiera escrito antes, pero andaba en España y el internet se me complicó. Te agradezco mucho tus palabras. Un honor estar en tu blog. Tenemos pendiente una sirena. En tanto, recibe un beso grande,

    Angélica Santa Olaya.

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